martedì 7 ottobre 2014

Erba di casa nostra



Il post che avevo rimuginato per 75 minuti, sabato scorso, riguardava un pareggio che valeva quanto una vittoria. Uno zero a zero con pochi spunti e tanti calci, che un paese intero avrebbe comunque festeggiato come un trionfo, perché era riuscito a veder giocare la sua squadra (che 100 giorni prima era un'ipotesi nemmeno tanto chiara) sul suo campo (che altrettanti giorni prima non avrebbe potuto ospitare nessuna partita ufficiale). Nel post che pian pianino stavo mettendo assieme nella testa, avrei parlato delle tre-quattrocento persone salite al Monte Moro senza sapere a cosa avrebbero assistito, del bandierone biancoverde, dei fumogeni, dei cori. 

Poi, mentre stavo scrivendo un aggiornamento Facebook tipo "75' ancora 0-0, forza ragazzi, resistiamo!", Chiesa ha rinviato, un difensore si è lasciato rimbalzare il pallone davanti, Piaggio lo ha aggirato come un birillo e l'ha messa dentro. Uno a zero, e così fino alla fine.

Così il post riguarda una vittoria immensa per un paese che si ritrova a non parlare d'altro per giorni. Parla di un'impresa che ancora si fa fatica a focalizzare (da giugno a ottobre, dal nulla assoluto a una squadra allestita e un campo rimesso in sesto e omologato). Descrive un gruppo stupendo di ragazzi le cui carte d'identità, raccolte prima della partita per la distinta, abbracciano tre o quattro decenni. 

L'Isolese ha vinto - e qui facciamo un po' i tecnici - malgrado si giocasse in campo neutro, in un certo senso. Già, perché l'ambiente era favorevole al massimo, ma il Monte Moro non era mai stato provato nemmeno in allenamento. L'Isolese, anche se sembra incredibile, ha assaggiato il nuovo terreno, con le sue misure non certo da grande prateria, contemporaneamente al Vecchio Castagna. Che però non è riuscito a raccapezzarsi, quando invece il comandamento base, in un terreno stretto e corto, dovrebbe essere il seguente: "Tira, che tanto ovunque tu sia sei vicino alla porta". Il Vecchio Castagna ha tirato seriamente solo una volta, ed è stato quando la palla ha picchiato sulla parte bassa della traversa e poi a terra (gol o non gol? La Terza Categoria è troppo povera per permettersi i guardalinee, figuriamoci i sensori di porta che abbiamo visto al Mondiale). Dopodiché, i gialloblu hanno impiegato circa 90 minuti a capire che i lanci lunghi, qui da noi, sono lanci lunghissimi. 

Noi, malgrado qualche sofferenza, almeno due o tre volte abbiamo provato a concludere qualche azione, anche se il gol è stato innescato dall'errore madornale di un difensore (Bellomo, immediatamente sostituito). Insomma, le partite belle sono un'altra cosa, ma oltre al risultato abbiamo messo in archivio un paio di informazioni preziosissime: la prima è che il Monte Moro, per com'è fatto, può diventare davvero un'arma in più. La seconda è che Bertero difensore centrale funziona, per cui Bini può arretrarlo tranquillamente in caso di defezione di Alberto Mignone (com'è appunto accaduto: speriamo che l'assenza sia più breve dei 20 giorni preventivati) o di Schiappacasse, senza dimenticare che Mattana, 19 anni, in precampionato si è già dimostrato all'altezza del ruolo. La rosa è buona, le combinazioni non mancano e, soprattutto, nel dopopartita la testa del mister fumava allegramente per tutte le ideuzze tattiche che gli stavano girando dentro. Restate in ascolto, che qualcosa di bello arriverà. 


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