lunedì 15 dicembre 2014

Come Buffon



Chi scrive rappresenta quanto di più lontano dalla juventinità si possa immaginare. Però è stato un episodio riguardante i bianconeri la prima cosa che mi è venuta in mente ieri, mentre grazie agli aggiornamenti in diretta di Gian Ghio seguivo le incredibili vicende di Ravecca-Isolese. "Abbiamo due palle così", ho proclamato non appena ho realizzato che avevamo appena vinto una partita che all'89esimo minuto era persa. Proprio come Buffon, dopo una vittoria della Juve a Cagliari con identico punteggio (ma diverso andamento): il portiere della Nazionale si era scatenato e con ampi gesti aveva reso edotto il pubblico riguardo la dotazione scrotale di sé e dei propri compagni.

E' l'unica immagine che riesco ad associare ad una partita che non ho potuto vedere dal vivo (ma su questo punto mi riservo di mentire tra qualche anno, visto che di un simile match si parlerà a lungo). Qualche mese fa, dopo quello 0-0 contro il Pegli che rimane finora la peggiore prestazione dei biancoverdi, avevo puntato il dito contro le carenze psicologiche di una squadra immatura e comodamente seduta sugli allori: un'analisi condivisa anche dal capitano Bertero. Dopo un'impresa come quella di ieri, possiamo gioiosamente seppellire in archivio il dossier con su scritto "vitello".

E in un tabellino pieno di significato come quello di Ravecca-Isolese, le buone notizia non arrivano solo dai minuti in cui sono stati segnati i gol, ma anche dagli autori: due nuovi acquisti, Daga e Brasesco, subito a segno, e poi Lungaro, che già aveva segnato su rigore ma che è stato costretto ad una faticosa rincorsa prima di raggiungere un buon stato di forma e regalarsi una soddisfazione grande come il gol "killer" di ieri a Genova.

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