Poi, il pullman che ha portato in trasferta 50 tifosi da Isola per una partita di Terza Categoria rimarrà nella storia, ma il contraccolpo psicologico per la mancata festa si è fatto sentire. E infatti, l'Isolese è riuscita a fare il minimo indispensabile: due pareggi per zero a zero. Contro la Pro Pontedecimo, oltre a quella di Daga già fuori causa a Quarto, si sono aggiunte le assenze per squalifica di Schiappacasse e Tiddia, e quella per infortunio di Piaggio. Immediata la regressione, sul piano del gioco, col povero Navone a sobbarcarsi il peso dell'attacco. Qualcosa in più, in termini di gioco e di occasioni, si è visto a Pegli (anche se, ammetto, alla partita non c'ero).
Insomma, quella che abbiamo descritto qui sopra è la cronaca di un calo tecnico in una squadra di vertice. Il problema è che dal pomeriggio del 31 gennaio sembra un po' cambiato il mondo. Un po' come se la scoperta di non essere invincibili si fosse trasfigurata nell'errata convinzione di non poter più essere vincenti. E invece queste cose, le crisi dico, succedono. Chi ce l'ha a inizio anno, chi a metà (lo sapevate che l'Isolani ha pure esonerato allenatore e assistente?), c'è chi si scioglie come un ghiacciolo ad aprile e maggio. L'Isolese la sua spettanza di difficoltà la sta avendo ora, in febbraio, complici due o tre infortuni poco simpatici. Però gli uomini in campo sono gli stessi che hanno portato l'Isolese al secondo posto, per cui mi sembra di poter dire un'ovvietà: la ripresa è dietro l'angolo. Magari fin da domenica contro il Granarolo (Busalla, 16.45). Come finirà, a maggio intendo? Vinceremo il campionato? Andremo su? Sono due discorsi diversi, che vedremo in un prossimo post. Intanto vi consiglio di non prendere impegni per domenica pomeriggio.